giovedì 8 maggio 2014

Rappresentazioni interne

Voglio farti riflettere, anche con questo blog,  riguardo al comportamento del nostro amico cervello, perché' ritengo che a pensarci bene, alcuni comportamenti inconsci che abbiamo, hanno una spiegazione razionale e a mio avviso anche simpatica.
Noi tutti abbiamo le rappresentazioni interne che sono generate dalle immagini evocate dalle parole che il nostro interlocutore utilizza per comunicare con noi; spesso quando non capiamo qualcosa viene spontaneo chiedere: "mi fai un esempio?".
In questo caso il nostro amico emisfero destro, (ricordi che lo abbiamo chiamato DX?), DX, dunque, ci chiede le immagini rappresentative di quel concetto che ci appare astratto; le rappresentazioni interne percio' sono generate dallo stato emotivo con cui DX si esprime e proprio queste dinamiche contrapposte alla razionalità' del SX sono ritenute "irrazionali". Faccio un esempio semplice: quante volte, usciti dal cinema, pur sapendo di essere stati ad una rappresentazione cinematografica, quindi finzione accertata !, il nostro stato d'animo rimane con la scia emotiva generata dalla visione del film?Quante volte abbiamo l'umore condizionato dal sogno che abbiamo fatto la notte? ....A me capita di avere astio verso persone con le quali ho litigato nel sonno, e pur sapendolo, se le incontro la mattina,  emotivamente mi sento un po' incazzato con loro... e quante volte restiamo di buon umore per tutta la sera se il film che abbiamo visto era di una comicità' unica?!
Nulla possiamo fare se non provare a generare nuove rappresentazioni interne affinché DX cambi totalmente le dinamiche emotive, facendo prevalere la razionalità' di SX.
Percio' possiamo tranquillamente sostenere  che siamo impressionabili sia per i fatti reali che ci accadono intorno, sia per quelli generati dalle rappresentazioni immaginarie e che queste sono più' forti delle spiegazioni razionali.
Alcune volte, siamo suggestionati dall'impressione di aver visto o sentito qualcosa, addirittura viviamo i cosiddetti "deja' vu", per poi essere certi che si trattava solo di una svista e quindi la consapevolezza di essere stati  impressionati emotivamente: questo e' spiegato  proprio dalle nostre  rappresentazioni interne.
Percio' possiamo affermare che lo stato emotivo di DX e' strategico nella nostra  comunicazione al punto che possiamo cercare di  fare arrivare al nostro interlocutore i concetti che abbiamo stabilito,  in modo certo ed efficace! magari aiutati dalle rappresentazioni che riusciamo a  generare nel suo DX!!!
Prova a pensare a quante volte qualcuno ti ha chiesto di fare un esempio per meglio capire cio' che stavi raccontando! e pensa all'occasione, all'opportunità'  che hai in questi momenti nel riuscire a comunicare in modo efficace e perfetto, solamente , sapendo generare una rappresentazione interna!!
Mi auguro che anche questa riflessione sia stata in qualche modo interessante e utile, così come lo e' stata per me e mi auguro di ritrovarti al prossimo blog.
a.

"La vera scoperta non consiste nel trovare nuovi territori, ma nel vederli con nuovi occhi"
                                                                                                                                                 M. Proust

mercoledì 23 aprile 2014

il "dualismo" della mente

Avete mai pensato a come impegniamo il nostro cervello per gestire i nostri momenti di vita personale e professionale?
 Ecco un altro argomento a mio avviso  interessante per pensare a come agire in modo strategico ed efficace. Il nostro amato amico cervello e' veramente instancabile, lavora giorno e notte, elabora, traduce, proietta, trasforma, riflette, deduce, crea e 100.000 altre cose, tutto attraverso la complicità' dei due emisferi che lo formano, il destro ed il sinistro; beh, nulla di politico s'intende, poiché' cio' che uno comunica, l'altro lo accetta di buon grado e lo filtra secondo la sua funzione, dandoci modo di utilizzare al meglio il risultato, ed agire di conseguenza.
Il sinistro, (chiamiamolo "SX" per brevità' di scrittura) diciamo così... e' più'" digitale", nel senso che possiede un linguaggio che codifica le lettere, agisce secondo la "logica", la scrittura, mentre il destro ("DX" per gli amici) e' "sensoriale", ha in se' le funzioni dell'immagine, dei suoni, degli odori, del gusto ecc., quindi... diciamo così....  e' il più' creativo dei due.


Ricordo un bell'esempio trovato nel sito di un collega che si interessa come me di comunicazione, che fa comprendere bene cio' di cui vi sto parlando: prendiamo la parola "albero"  e se aggiungiamo la lettera "t" tra la "r" e la "o", otteniamo "alberto" ( esempio più' azzeccato del mio nome....?). ok, una lieve modifica e cambia il totalmente il significato!
 SX ha capito sùbito il cambiamento, DX di conseguenza cambia l'immagine da produrre. L'immagine e' diversa per ognuno di noi, ovvio!; chi visualizzerà immediatamente un cipresso, chi un "acero globosum",  secondo le nostre esperienze;

 + t  alberto

Ma la f....ta  sapete qual'e'? che nel far fare al nostro amico il processo inverso, si ottengono spesso prestazioni esaltanti!
Sì!, perché' se mostriamo prima l'immagine a DX,  fare la decodifica in lettere, per  SX,  e' un gioco da ragazzi!!!
                                               è SX  a decidere ma DX ad agire

 Vi e' mai capitato di schivare un pericolo improvviso e dire: "non so neanch'io come ho fatto ad evitarlo..... " ebbene, cio' e' accaduto semplicemente perché' non c'era il tempo per decidere, tutto e' accaduto così in fretta  che DX ha deciso di saltare completamente la prassi ed e' passato all'azione, senza comunicare con SX.
Nella situazione di pericolo improvviso, istintivamente abbiamo agito senza pensare, ne' programmare cio' che abbiamo fatto.
Questa particolare attitudine, e' spesso  sviluppata in alcuni campioni sportivi, dotati del DX molto sviluppato rispetto all' SX poco allenato, e percio' riescono a compiere  performances straordinarie semplicemente perché' anticipano velocemente gli avversari, più' lenti nelle loro reazioni.
Ecco, un'ottima riflessione per utilizzare, un altro strumento che può' farci reagire più' velocemente con la consapevolezza che lavorando un po' su noi stessi , il nostro amico cervello ci potrà' riempire di grandi soddisfazioni inaspettate!!!
Mi auguro di aver stimolato ancora una volta il vostro interesse percio' abbraccio tutti e...
...alla prossima!!
a.

"Solo una mossa imprevista disorienta l'avversario".  Majakovskij


mercoledì 5 marzo 2014

giovedì 13 febbraio 2014

Time goes by so...


" il lavoro si espande fino ad occupare tutto il tempo disponibile: più' e' il tempo e più' il  lavoro sembra importante ed impegnativo"... scriveva lo storico londinese C. Parkinson in uno dei suoi saggi più' conosciuti.

 Tradotto  per meglio comprendere il concetto la  formula sarebbe espressa nel modo seguente

                             


                                                     + tempo abbiamo + ne sprechiamo


ma funziona sempre così? ....Managers di tutto il mondo....! la pensiamo davvero in questo modo?

Io non so se, davvero, la formula espressa dallo storico  abbia influito nell' utilizzo del mio tempo, soprattutto  in campo professionale proprio perche' ancòra oggi fatico a  gestire in modo ottimale  il "tetrix" delle mie  attività' nelle ore che ho a disposizione.
Eppure, a pensarci bene,  se esiste un aspetto  democratico, equivalente per tutti, quello e' proprio il tempo:
sappiamo che la giornata, per tutti , e' composta da  24 ore, cioè' 86.400 secondi che ognuno di noi spende  in modo diverso, come crede certamente (!), ma  e' nel modo in cui approcciamo il tempo che  ci comportiamo  diversamente; chi  crea il tempo e chi lo subisce.
Percio' concordo con chi dice che puo' essere vero anche il contrario di cio' che enunciava Parkinson, cioè , che se lo subisci, e' certo che stai cercando affannosamente  di ottenere il massimo dell' efficacia rincorrendo le priorità' e le urgenze ma.... spesso quelle che arrivano improvvisamente.

Quanti di noi consapevoli della bolletta in scadenza hanno rimandato all'ultimo momento il pagamento?

Chi di noi ha protratto fino all'ultimo momento un argomento di lavoro, un po' ostico, fino allo scadere accumulando inevitabilmente e continuamente, cose da fare?
allora potremmo dedurre che e' pur vero che

                                               - tempo abbiamo a disposizione +  rincorriamo le priorità'


In questo caso viviamo la situazione frustrante di aver fatto tante cose ma la percezione a fine giornata e' quella di esserci ritrovati a "rincorrere la palla", ossia senza concludere nulla .

Dobbiamo percio' riflettere sul concetto che il  tempo non può' essere considerato  come un contenitore vuoto nel quale buttare tutta una serie di azioni da compiere, cercando di farcele stare tutte insieme; e peggio ancora, se il nostro contenitore-tempo , come per le scatole cinesi, contenendone una dentro l'altra avrebbe occupato  lo spazio solo con gli involucri vuoti dei contenuti  di cui abbiamo necessita' per condurre le nostre attività' produttive.

A tal proposito, ecco che ci soccorre uno strumento manageriale, applicabile anche alla nostra quotidianità' e  che rimane sempre  di grande utilità': la matrice del tempo di Covey , da sempre utilizzata con grande efficacia:


Questo semplice strumento ci indica nei 4 quadranti che le attività' possono essere di carattere
  • Importante e urgente
  • Importante e non urgente
  • Non importante e urgente
  • Non importante e non urgente
Prova ad inserire le attività' che svolgi durante la giornata pensando in quale casella collocarle ma facendo bene attenzione a quelle urgenti che non necessariamente sono o diventano anche importanti e che percio' possono rimanere "non importanti":  queste rubano pericolosamente  tempo alla gestione delle attività' degli altri quadranti. 

Analizziamole velocemente:

 - Il 1 quadrante indica CRISI: attività' che potrebbero generare conseguenze gravi; 
                                             obiettivo: minimizzarle
 - il 2 quadrante indica OPPORTUNITA':attività' che ci aumentano la nostra capacita' di autogestione:
                                             obiettivo: prestare attenzione costante
 - il 3 quadrante indica INGANNO: attività' che spesso confondimi col quadrante 1; spesso sono attività' importanti           
                                            per gli altri ma non per noi. Obiettivo: attenzione a riconoscerle correttamente
 - il 4 quadrante indica SPRECO: attività' utilizzate come svago, per fuggire da cil' che non si ha voglia di fare;
                                            obiettivo: evitarle il più' possibile.

L'obiettivo finale e' quello di vederle spostarsi, a mano a mano che le affronti , portandole nel quadrante 2.

L'ho provato, vedrai che il risultato ti sorprenderà'.

Alla prossima

"...e non lasciare andare un giorno per ritrovar te stesso...perche' la vita e' adesso" C. BAGLIONI

venerdì 7 febbraio 2014

via dai valori verso i valori


Mi guardo attorno e nel casino sociale che mi avvolge, che mi circonda e che qualche volta tenta di stritolarmi, mi prende questo dubbio inquietante che mi fa sentire l'ultimo di una fila di gente che corre verso la meta, spinta da chissa' quale energia con facilita' ma anche con evidente stato di rassegnazione. Dirai che sono pazzo! Forse un po' si, ma a te non capita mai nel bel mezzo della tua giornata lavorativa, di fermarti un secondo con te stesso e sentirti assalire improvvisamente dal grande dubbio: cosa e' importante per me? lo so? gli altri lo sanno? perché faccio cio' che faccio, nel modo in cui lo faccio?
Apparentemente potrebbe sembrarti una menata inutile, ma se ci pensi bene, hai a che fare con quella parte di te che sta lavorando alla ricerca dei propri valori;  sono proprio le nostre convinzioni, i nostri comportamenti a guidarci, spesso di fronte alle sfide, agli stress, facciamo cio' che facciamo in base ai nostri valori. Mi spiego meglio con un esempio: ho un amico che si e' recentemente iscritto in una piscina perché ritiene importante la cura della sua salute e spende alcune ore settimanali nel piacere di attraversare vasche su vasche; nel raccontare la sua scelta sportiva rivela che ha scelto di nuotare proprio perché', al contrario di uno sport di squadra , ama in quei momenti stare in solitudine e sentire forte lo stato di indipendenza che lo fortifica e lo rilassa. In quel momento e' più' importante essere sportivamente indipendente. Ecco rivelato il valore del suo momento sportivo.

Comprendere i tuoi valori, comunicarli agli altri può trasformare il tuo modo di vivere, di lavorare  ed il modo in cui gli amici, i colleghi i tuoi collaboratori  si relazionano con te; lavorare sulla consapevolezza che esistono, che li conosci e che  li sai  definire,  significa raggiungere le soddisfazioni personali e professionali con grande semplicità' e rilassatezza.

Purtroppo in pochi ne sono consapevoli; di fatto spesso si va verso una direzione quasi come se avessimo inserito il pilota automatico, avendo sì! un' idea di cio' che vogliamo ma come se non comprendessimo appieno il motivo per cui vogliamo proprio quello.
Per cui eccoti uno strumento che come al solito ho testato prima su me stesso per verificarne l'efficacia; si tratta di  un semplice esercizio che potrebbe aiutarti ad identificare e definire i tuoi valori per raggiungere i tuoi obiettivi con soddisfazione.

Elenca almeno 10 valori in cui credi o pensi di credere
       
 esempio:

  1. per me e' importante la partecipazione dei miei collaboratori alle riunioni (verso )
  2. per me e' importante che non si perda tempo ( via da )
  3. ...................................
  4. ..................................
  5. ..................................
  6. ..................................
  7. ..................................
  8. ..................................
  9. ..................................
  10. .................................. 
Bene, ora devi sapere che in confronto ai valori, ci comportiamo nelle seguenti  modalità':
  •  "verso" i valori"
  •  "via dai valori"
mi spiego: quando la modalità' e' "verso i valori" significa che ci muoviamo in direzione del piacere e del confort; se invece utilizziamo la modalità' "via dai valori" adottiamo comportamenti che ci allontanano da situazioni spiacevoli e che ci procurano disagio o dolore.
Puo' essere che le due cose coesistano nei ns comportamenti, per esempio nel mio primo punto voglio che tutti i collaboratori partecipino (verso) e allo stesso modo ritengo importante che non ci siano assenti (via da). 
Spesso queste modalita'  si consolidano con le esperienze vissute già' dalla nostra infanzia:  quelle "verso" derivano da esperienze che in passato ci hanno procurato emozioni positive, mentre i valori "via da" sono probabilmente frutto di traumi emotivi, esperienze fallimentari o decisioni prese in passato che hanno generato fatti negativi; quindi quando ho lo schema chiaro in mente posso farmi le domande appropriate per riconsiderare le mie posizioni alla luce dei fatti elencati.

Pertanto spero che con questo schema  possa  trovare facile rafforzare cio' che effettivamente desideri potendo lavorarci da subito,  riuscendo a dimostrarlo anche agli altri ed essere  così più' facilmente compreso.

Alla prossima
a

"Si vive una volta sola. E qualcuno neanche una!" Woody Allen